Oggi non parlo di BDSM – 24 Dicembre 2023

 

Tra pochi giorni compio 77 anni e come al solito nei giorni di festa sono troppo spesso solo, così mi sono costruito un pezzetto alla volta un nuovo piccolo layout (plastico ferroviario) per passare il tempo divertendomi quando la mia compagna lavora (troppo) e non ho altri amici da andare a trovare…

L’ho progettato smontabile in due pezzi, in modo da poterli appoggiare ad una parete senza ingombrare quando non lo uso.

Ho sfruttato il massimo delle dimensioni che avevo a disposizione tenendo conto del peso del manufatto finito, per poterlo montare e smontare senza fare troppa fatica.

 

Mi rendo conto che tutto quello che segue non sarà di interesse se non per gli appassionati e al massimo per i curiosi di progettazione…

In realtà ho iniziato col concepire una tavola di 80x120 centimetri su cui istallare binari di diversa curvatura per testare le possibilità di ogni motrice, costruendo poi un secondo pezzo come prolungamento definito quasi esclusivamente con strette assi di contorno per limitare il peso e con l’idea che si dovessero governare i treni stando all’interno di questo “anello rettangolare”.

Il risultato sono due circuiti rettangolari molto semplici, uniti da un quadruplo scambio (molto scenografico), sufficienti per vedere viaggiare almeno due treni nella stessa o in opposte direzioni.

Poiché l’appetito viene mangiando, l’ho subito implementato aggiungendo due binari di sosta o sorpasso sul circuito interno ed uno in quello esterno, il che mi ha costretto ad allargare con ulteriori strisce di legno il pezzo più lungo, aumentando il peso ma non troppo a scapito della maneggevolezza complessiva.

Per aggiungere la ciliegina ho anche inserito un circuito in scala Z (1:220) interno agli altri due in scala N (1:160), con una parte a curve strettissime e con un incrocio centrale.

 

Per governare il tutto ho istallato degli interruttori a leva con zero centrale (in realtà sono invertitori di polarità) ed una serie di deviatori per gli scambi su tre piccole consolle.

Alla fine posso governare fino a cinque treni facendone viaggiare due contemporaneamente sui circuiti in N, e due sul circuito in Z.

 

Cosa non si fa quando si ha passione…

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Progettazione e costruzione di un quartiere cittadino in scala N – 30 Gennaio 2024

 

L’appetito vien mangiando e partendo dal piccolo tracciato di test di 80 X 120 centimetri, poi ampliato con una parte smontabile per un totale di circa tre metri per 80 centimetri, dopo aver acquistato il tracciato ovale di base di Kato Unitram, ho considerato di im plementare dentro ed intorno a tale ovale un completo quartiere cittadino, in cui far girare due autobus o simili della Tomix o Faller Car System.

Tutto questo per aumentare le entità che girano mentre anche i treni corrono sui binari.

 

Interessante penso sia la progettazione semplice, fatta con materiali leggeri e del tutto implementabile, arrivando per stadi anche alla eventuale illuminazione notturna del quartiere.

Trattandosi di un plastico smontabile in due pezzi, è particolarmente importante contenere il peso delle parti che poi si dovranno maneggiare per il montaggio. Per questo ho scelto il Poliplat, fogli di polipropilene foderati dalle due parti con cartoncino, che si usano nella grafica e cartellonistica, e di cui si trova lo spessore di 3,5 mm , visto che a me serviva uno spessore di 7 mm , per pareggiare l’altezza degli elementi dell‘Unitram.

Fatta la pianta esatta delle quattro parti esterne e di quella interna al circuito dei tram, ho incollato delle strisce di poliplat sotto ciascuna parte solo nei punti più esterni e considerando dove sarebbero state appoggiate le costruzioni, in modo da avere lo sazio sottostante la superficie per passare in futuro eventuali cavetti per la illuminazione.

Per fermare queste parti alla base in legno ho incollato piccoli pezzi di strap di tessuto, in modo da poter con delicatezza staccare queste parti per un futuro lavoro.

In foto si vede una delle parti per comprenderne la costruzione. 

 

Purtroppo la leggerezza e fragilità del materiale, che tende ad imbarcarsi per nulla, ad esempio a seguito della verniciatura, mi ha costretto ad intervenire con alcune microviti nei punti di passaggio da un elemento all’altro, per mantenere la complanarità della sede stradale, che altrimenti i bus non sarebbero riusciti a varcare.

Certamente se avessi trovato un materiale altrettanto leggero ma più resistente, come la balsa, che avesse però il richiesto spessore di 7 mm., sarebbe stata più facile e robusta la costruzione, con meno problemi inaspettati.

Formata la superficie necessaria e decisi i fabbricati da appoggiarvi, opportunamente tenuti nella giusta posizione da rettangoli di legno o polistirolo che si incastrino esattamente sotto ciascuna costruzione, e verniciate le parti di strada e di verde, resta la parte più delicata di installazione del filo di ferro che faccia da guida ai mezzi semoventi.

 

Per fare questo viene in aiuto un apposito strumento elettrico, acquistato a suo tempo, che scava una piccolissima fessura, quanto necessario a contenere il sottile filo metallico, secondo lo standard Faller Car System.

Per fermare il filo e lisciare la superficie, prima di verniciarla, uso uno stucco plastico che serve per riempire le crepe e screpolature degli intonachi murali.

 

A questo punto, una volta verniciato ed essicato, il circuito dei bus è pronto per l’uso.

Unica attenzione: evitare di fare curve troppo strette o le variazioni di direzione troppo marcate per non far perdere il contatto del magnete che guida il bus.

Nel filmato potete vedere il completo movimento dei bus e dei tram, mentre i treni corrono… 

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