Allego la falsariga del terzo incontro “I pomeriggi di Fuoco Fatuo”, questa volta condotto da Ela Fuochi il 4 Marzo 2018 presso la Grind House di Padova,

su dinamiche, su relazioni, sui ruoli, su bd,ds e sm : 



Il termine BDSM è un acronimo che fa riferimento a un modo di vivere la sessualità non convenzionale e alle dinamiche relazionali tra gli individui che la vivono. I termini e le definizioni nel BDSM non sono e non dovrebbero essere usati come assolutismi , ma poiché si parla e ci si confronta, sono un "mezzo" per riuscire a dialogare, i ruoli anche hanno questa funzione, si usano per definire in modo veloce seppur sommario un’idea o un modo di essere, non sono né assunti né riconoscimenti imposti, son parole che si utilizzano per farsi comprendere all'interno di un discorso in modo veloce e intuitivo. Poi ancora i ruoli, non sono una patente da prendere, un ruolo non è statico né tantomeno di autonomina, esso è attribuito da chi ci riconosce determinate caratteristiche. I termini hanno invece valenza precisa e imprescindibile in quelle che sono le pratiche fisiche sadomaso e le tecniche all’interno di ogni pratica. Immagini come “Padrone e schiava” (e tutte le loro varie sfumature) sono “simboliche”, all’interno di una coppia. All’interno di una relazione BDSM, questi “ruoli” sono vissuti come emozionali e non come realtà oggettive. All’interno di questa c’è uno sbilanciamento di potere, ceduto da una parte, e preso in carico dall’altra, in pratica il rapporto da paritario ed equivalente diventa complementare, sempre ripeto, all’interno di scelte consensuali, non ci sono imposizioni o costrizioni, in caso di costrizione si passa alla violenza e al plagio e questo nel BDSM non è accettato. È necessario comprendere, che il BDSM e i ruoli al loro interno, non hanno valore nella vita “esterna” alla coppia in relazione BDSM, un padrone o una schiava sono tali solo e unicamente all’interno della loro relazione e del loro legame, sono ruoli relazionali tra persone adulte e consenzienti, per gli altri possono essere una coppia o anche no, ma comunque individui, la sfera sessuale, sia convenzionale o no, come per tutti, è una cosa privata tra i due, non una cosa da sfoggiare come “merito”. All’interno del BDSM ci sono molti differenti tipi di dinamiche di coppia o di gioco ecc., non voglio specificarne uno in particolare, ne credo di poter elencare tutte le differenze e modi di viversi diversi, poiché sono diversi in ogni persona e coppia relazionale. Esiste chi vive il BDSM solo come gioco erotico, c’è chi lo vive come coppia tradizionale e il BDSM entra solo all’interno della sfera sessuale ma non nel resto del rapporto, c’è chi lo vive a vari livelli d’intensità ma sempre come rapporto Dom/sub, chi lo vive come gioco di ruolo, chi solo alle feste a tema, chi solo in un rapporto extraconiugale, chi parallelamente a un rapporto “tradizionale” ma con una persona differente, c’è chi all’interno del rapporto BDSM integra anche il sesso e chi lo esclude e molti altri, quindi descriverli nei particolari, tutti non è né mio desiderio ne credo di poterlo fare poiché ognuno può spiegare e raccontare solo quello che vive, e per me il BDSM è una dinamica relazionale

all’interno della coppia affettiva, non diviso o a momenti differenti, ma integrato, con livelli di sottomissione differenti. 


Significato di alcuni termini BDSM: 

Bondage(parola inglese per costrizione“schiavitù”)/disciplina.dominazione/sottomissione.sadismo/masochismo. 

Fetish: Parola presa dall’etnologia, riferita all’adorazione di piccoli oggetti per lo più antropomorfi o zoomorfi delle antiche civiltà tribali, riportato alla sfera sessuale come “adorazione” di una parte del corpo che da stimoli sessuali, o di una pratica o di un oggetto che riporti alla sessualità. 

Padrone/a, master/mistress, dominante, top: Termine che indica la parte attiva nella relazione BDSM, colui/colei che prende le decisioni. Top è usato per definire anche la persona sadica all’interno di una sessione (periodo di pratica fisica) sadomasochista (s/m). 

Slave o schiava/o, sub (sottomesso/a) e bottom: Son ruoli riferiti alla parte passiva, bottom

(letteralmente colui/lei che sta sotto) è usato anche per definire la persona masochista all’interno di una sessione (periodo di pratica fisica) sadomasochista (s/m).

Switch: Persone che, sia all’interno di una relazione, che in relazioni differenti, può rivestire sia il ruolo dominante sia quello sottomesso.

Sadico: Persona attiva all’interno di dinamiche sadomasochiste, persona che agisce, all’interno di pratiche umiliative o che infliggono dolore traendone piacere (sempre consensuale, un sadico si rapporta con una masochista.)

Masochista: Figura passiva all’interno di dinamiche sadomasochiste, colui/colei che subiscono le pratiche. All’interno di dinamiche BDSM può accadere che il sadico sia la persona sottomessa, o che il masochista sia colui che nel rapporto domina la relazione.

Kink: Termine inglese che descrive una gamma di pratiche sessuali non convenzionali.

Ssc: “safe-sane-consensual” (acronimo coniato da David Stein negli anni ’80 per cercar di dare una valenza sana ai kink e a tutti gli aspetti dell’allora sm, poi portato al BDSM). “sicuro” (inteso come mettere la massima attenzione in rischi/sicurezza delle varie pratiche per evitare danni fisici o psicologici). “sano/sensato” (inteso come non solo sanità mentale, il BDSM deve essere praticato da adulti sani psicologicamente ed equilibrati, ma soprattutto con senso logico, un kink è un gusto sessuale, una dinamica relazionale non deve inficiare né la salute fisica né psicologica). “consensuale” (ogni partecipante alla relazione o al “gioco” deve essere consenziente in ogni momento della pratica. Safe-word: Parola d’emergenza. S’intende una parola concordata tra i membri di una sessione, che se pronunciata blocca immediatamente la scena, cosi chi si sottomette può aver il controllo in caso di qualunque tipo di difficoltà. Spesso oltre che la parola, nella sessualità non convenzionale, è concordato anche un gesto di sicurezza, proprio per evitare che ci possano essere incidenti.

Fetisher: Termine coniato da M.F. detto KolKov per definire chi pratica fetish in modo sano.



Fetish, dinamiche, origini, piaceri 

Il fetish, inteso come piacere erotico e stile di vita, raggruppa molti modi d’essere e in molti modi può innescare eccitazione. Può essere , come spesso accade , racchiuso nell’aspetto estetico / visivo , ossia abbigliamento o particolari di esso o in uno o più accessori. Il fetish può coinvolgere tutti sensi: il tatto, con richiamo alle sensazioni tattili del tessuto (pelle, latex, vinile, raso, seta, pvc) sia per chi lo indossa, che ne sente sulla pelle la consistenza, il calore e quant’altro, sia per il partner il quale lo sfiora con le mani. Può partire dall’olfatto, un particolare profumo, un odore della pelle, di parti del corpo specifiche, di umori mischiati, anche il pissing rientra nel fetish quando praticato per piacere reciproco e non come umiliazione come invece accade in ambito BDSM. Spesso, nel fetish si riscontra un particolare interesse verso il piede/scarpa della donna, soprattutto se avvolto in calze di nylon perché, a molti, ricorda l’odore particolare che si è sentito sin da bambini sulle madri e familiari di sesso femminile. Qui mi dilungo un po’ poiché è uno dei settori fetish più conosciuti: Foot-fetish e boot/shoes- fetish

L’adorazione del piede nudo o calzato. Nel fetish il piede diviene vera e propria zona erogena al pari delle più classiche, seno e genitali, collo ecc. Questo particolare gusto fetish, spesso (purtroppo per poca conoscenza) è usato come sinonimo o significato totale e unico del fetish, cosa errata perché il fetish può avere come soggetto di piacere una qualsiasi parte fisica, di abbigliamento o di pratica in base al gusto personale di ogni individuo.

Il foot-fetish è presente in tantissimi romanzi e film: “Nel film L'âge d'or di Luis Buñuel c'è una scena in cui la protagonista succhia l'alluce di una statua". In molti film di Quentin Tarantino è evidente il suo feticismo per i piedi, dichiarato per altro anche in molte interviste: Grindhouse, Kill Bill, Pulp Fiction, Jackie Brown, Bastardi senza gloria, Four Rooms. Nel film Dal tramonto all'alba partecipa a una scena di foot worship, succhiando le dita dei piedi a Salma Hayek. Nel racconto Le pied de Fanchette ou le soulier couleur de rose (1768) di Restif de la Bretonne, la protagonista è una donna che si serve del fascino dei suoi piedi per avvantaggiarsi socialmente. Nei romanzi di Dostoevskji alcuni personaggi indulgono volentieri al pensiero dei "piedini" delle protagoniste e si trovano citazioni a una poesia di Puskin sul tema. Nel romanzo "I piedi di Fumiko" di Tanizaki Junichiro un signore ha una smodata passione per i piedi di una ragazza che mantiene in casa propria, tanto che persino negli ultimi giorni della sua vita non rinuncia a mangiare il cibo direttamente dai piedi della ragazza. Nel film La virgen de la lujuria (2002) di Arturo Ripstein si parla di un cameriere che s’innamora di una prostituta ma, non ricambiato, è costretto a umiliarsi a quest'ultima venendo più volte costretto a leccarle i piedi. Nel film L'ultimo imperatore (1987) di Bernardo Bertolucci l'imperatrice Wan Jung (impersonata da Joan Chen) fuma oppio mentre una donna chiamata Gioiello D'Oriente (Maggie Han), ripresa in primo piano, bacia la pianta del suo piede nudo e ne lecca a lungo le dita. Sempre di Bertolucci la scena di "The Dreamers", in cui Matthew (Michael Pitt) tiene in bocca l'alluce di Isabelle (Eva Green). Nel cartone animato I Griffin il vicino di casa della famiglia Griffin, Glenn Quagmire è un accanito feticista dei piedi tanto che il suo amico Peter Griffin gli regala, per il suo matrimonio, il piede della Statua della Libertà. Nelle opere di artisti italiani come Franco Saudelli ricorre spesso il tema del feticismo del piede femminile. Nel romanzo Il demone meschino di Fedor Kuzmič Sologub. Nel film Tokyo Decadence di Ryu Murakami la protagonista Ai offre i suoi piedi durante una scena di dominazione femminile in un appuntamento a tre. 

Nel film Lolita (1962) di Stanley Kubrick ci sono scene (abbastanza "soft") in cui è chiaro il riferimento al feticismo del piede femminile. Nel secondo adattamento cinematografico dello stesso romanzo da cui Kubrick trasse il suo film, diretto nel 1997 da Adrian Lyne, i riferimenti al carattere sensuale ed eccitante del piede femminile sono più numerosi e più espliciti: Lolita, infatti, talvolta sembra essere ben cosciente del fascino dei suoi piedi e del ruolo che possono svolgere durante la seduzione grazie al loro potenziale erotico. Nel film Il buongiorno del mattino il personaggio di Paul MacVee si dice un cultore dei piedi femminili di classe che fotografa e pubblica sul suo blog online intitolato Piedi sexy. Nel libro Il rapporto Pelican di John Grisham la protagonista dichiara che il suo professore aveva un'autentica ossessione per i suoi piedi e trascorreva ore a smaltarle le unghie di rosso. Nel film Viaggi di nozze c'è una scena in cui il personaggio di Ivano (impersonato da Carlo Verdone) accarezza con il piede il viso di Jessica (Claudia Gerini). In alcuni spot pubblicitari di ieri, ma anche recenti, ci sono molte scene richiamanti il feticismo del piede. Fra i primi va citato lo spot delle scarpe ortopediche Sanagens del 1984/85; durante la scena finale si vedeva il piede nudo in ombra di una ragazza e da destra entrava in video un'altra ragazza (anch'essa in ombra) che ne baciava la parte superiore.

Il messaggio era comunque una maniera per sottolineare la comodità delle scarpe stesse. Tra la fine del secondo millennio e l'inizio del terzo millennio si poteva vedere una scena di "piedino" nello spot del cellulare Motorola Star Tac e lo spot collettivo delle scarpe di vero cuoio, con una coppia di ragazzi, che si baciavano e si succhiavano i piedi vicendevolmente. Tra i più recenti va citato lo spot del chewingum Vivident Cube con il ragazzo in spiaggia che bacia i piedi alla ragazza, della quale si allungano le gambe, per sottolineare l'enorme durata della freschezza del chewing-gum. In una scena del film Commediasexi, mentre si trovano all'interno di una vasca da bagno, la bella soubrette televisiva interpretata da Elena Santarelli provoca il suo amante on.Bonfili (Paolo Bonolis) accarezzandogli ripetutamente la bocca e il naso con il piede. Alla fine Bonfili non resiste, le afferra il piede e in modo scherzoso le morde l'alluce per due volte. Nel film Fast & Furious 4 si nota una scena di un pilota della BMW filmare i piedi di una donna e dire di apprezzarne la bellezza. Nel wrestling, in WWE, dal 2004 al 2006, Gene Snitsky ha interpretato la gimmick di un feticista. Nel film La teta y la luna, l’attrice Mathilda May in una scena d'amore con il compagno, l'attore Gerard Darmon, evidenzia la sua natura feticista, succhiandogli appassionatamente le dita dei piedi apprezzandone il sapore affermando che "sapevano di cavolfiore".

Nel film Oh, Serafina! Vi sono varie scene in cui è praticato il feticismo del piede; sono l'attore Renato

Pozzetto impegnato in diverse scene del film nel succhiare e leccare i piedi della propria moglie Angelica Ippolito e a toccare il piede della sua amante Dalila Di Lazzaro. Nello stesso film vi è anche una scena di trampling con stivali della stessa Angelica Ippolito nel ruolo di mistress, esercitato sullo "schiavo", interpretato da Gino Bramieri. In una scena di una puntata della serie televisiva I Cesaroni Giulio Cesaroni (Claudio Amendola) e la moglie Lucia (Elena Sofia Ricci) stanno facendo il bagno e Giulio le mette un paio di manette al piede e le bacia la pianta”. Osservando alcune scene del vecchio telefilm della “famiglia Adams” si ritrovano molte scene o immagini fetish e anche sadomaso, soprattutto in parti censurate al pubblico, sia per il modo di porsi di Mortisia, sia in alcune “pratiche” che seppur ironiche, rimandano al gotico e al fetish sadomaso. L’adorazione di piedi o calzature si ritiene sana e non patologica quando piede o scarpa sono associati nell’eccitazione alla persona cui appartengono o che lo indossa, e non oggetto e soggetto di eccitazione o piacere in se, senza anche interazione interpersonale, quando avviene è ritenuta più una patologia parafiliaca, seppure non crei danno a nessuno.

La persona “fetish” può essere attratta da uno o più parti del corpo, piede, mani ma anche natiche o seno ecc., per alcuni l’eccitazione deriva invece dall’azione o da una funzione corporea. Vi sono vari livelli di feticismo prima di arrivare alla parafilia patologica: Il primo consiste in una leggera preferenza per certi tipi di partner, stimoli o attività sessuali, nel quale il lato fetish è appena accennato. Il secondo, quando la preferenza per aspetto e/o pratiche particolari è più marcata. Il terzo quando sono necessari degli stimoli speciali per consentire e/o innescare l'eccitazione e la prestazione sessuale. Il quarto quando gli stimoli specifici prendono il posto dell'amante. Per alcuni feticisti, vedere, sentire, annusare, inghiottire o palpare l'oggetto della propria attrazione è importante almeno quanto il coito ordinario.


Fetish cenni storici 

Il Fetish ha origini storiche, cenni importanti nella letteratura, nell’arte e nel cinema d’autore e underground. Molti personaggi famosi si sono ispirati al fetish: Günter Blum, Man Ray e Gilles Berquet (fotografi), registi come Richard Kern, artisti pop-rock come Marilyn Manson e Madonna.

Icone intramontabili come Bettie Page, stilisti come Jean Paul Gautier o artisti come Saturno Buttò e Massimo Giacon. Il fetish è già presente nell'antica Roma, anche se in senso di umiliazione. Nell'Urbe era compito degli schiavi lavare i piedi delle loro padrone, così come nella storia tra molti popoli i sovrani erano soliti farsi baciare i piedi, anche Gesù, nell'ultima cena pratica la lavanda dei piedi. Nella poesia: Francesco Petrarca “Una donna più bella assai che 'l sole verseggia così: "Ma non me 'l tolse la paura o 'l gelo che pur tanta baldanza al mio cor diedi ch'i' le mi strinsi a' piedi per più dolcezza trar de gli occhi suoi". I piedi avvicinano la donna, anche visivamente, con Pablo Neruda in Addio: "Quando ti diranno « Quell'uomo non t'ama. » , ricorda che i miei piedi son soli in quella notte, e cerca i dolci e piccoli piedi che adoro”. In letteratura ancora, dal ‘700, nel racconto Le pied de Fanchette ou le soulier couleur de rose (1768) Le notti di Parigi, di Restif de la Bretonne, nel romanzo I piedi di Fumiko (1915) dello scrittore giapponese Tanizaki Junichiro, Il Tatuaggio, Diario di un vecchio pazzo. Il fotografo Helmut Newton è noto per avere "reso il feticismo chic", introducendo gli elementi e temi caratteristici del fetish nella moda con le sue serie fotografiche pubblicate su Vogue durante gli anni 1970. Molti artisti fetish a cavallo tra gli anni 1940 e 1960, come Eric Stanton e Gene Bilbrew, iniziarono la loro carriera presso la Movie Star News. Nel 1946 John Willie fondò il Magazine. Nel 1957 l'ingegnere inglese John Sutcliffe fondò la rivista AtomAge. In questo stesso periodo Guido Crepax, altro autore noto per le sue opere con forte connotazione fetish, creava il personaggio femminile di Valentina. Con il crescere dell'attenzione verso i fumetti fetish diversi autori subirono l'influenza dell'arte fetish, tra i quali George Petty e Alberto Vargas che collaborarono con riviste quali Playboy ed Esquire. Il personaggio fetish più noto è Catwoman, che con il suo abito aderente in pelle e armata di frusta viene definita "un’icona dell'arte fetish".

La moda nel Fetish 

Il fetish è un approccio alla sessualità caratterizzato dalla rilevanza erotica attribuita sia a determinati tipi d'abbigliamento, in genere intimo - come corsetti e simili - sia, e soprattutto, per l'importanza data al materiale di cui essi sono fatti, come la gomma, il cuoio, il latex e così via. In prevalenza si associa l’immaginario fetish all’abbigliamento dark/gotico, composto prevalentemente oggi da latex e vinile, una volta dalla pelle, questo sia per l’aspetto estetico sia del materiale stesso, nella donna spesso associato a bustini e corsetti che sono intesi più come una corazza che come un richiamo sessuale. Oltre a bustini, maglie, gonne e pantaloni “gotici” nel fetish si dà molta attenzione ai particolari e agli accessori, guanti, stivali stretti e con tacchi vertiginosi ecc. Nell’uomo molto prende spunto oltre che dall’immaginario dark/gotico anche dal mondo dei motociclisti (moda, iniziata con le comunità leather gay, negli USA, poi conglobata dai fetisher e kinkster), o da divise militari. E’ moda fetish anche un abbigliamento diverso che richiama di più il gioco di ruolo, come medico, infermiera (soprattutto legati a pratiche clinical), baby e altri, proprio per la valenza erotica che si dà all’aspetto estetico. Spesso il fetish è relegato al mondo del porno e ai club privé, privandolo del significato estetico, sensuale ed artistico.

Il fetish è una sorta di trasformazione del proprio, un mondo dove dar sfogo alla fantasia,

un'estremizzazione del normale abbigliamento nero che è accentuato con accessori fetish, utilizzandoli per esprimere il proprio senso estetico e la propria personalità.



NON TUTTO è BDSM

Cosa è e cosa non può essere associato al fetish-BDSM sano e consensuale. Fetish-BDSM vs patologia parafiliaca (malata) Il fetish BDSM è sessualità e affettività tra persone adulte (maggiorenni) consensuali, mentalmente ed emotivamente sane, non è imposizione o violenza verso altri. Chi sente pulsioni sadomaso o fetish generalmente considerate sessualità non convenzionali, le vive in armonia all’interno della coppia, stabile o no che sia, in modo consensuale come un’aggiunta all’eros, nel momento in cui queste pulsioni sono invece vissute con sensi di colpa o sentendosi “malati” o “sbagliati” si soffre di un disturbo ego distonico, in questi casi è consigliabile parlarne e affrontare la situazione di difficoltà con un consulente specializzato. Già il DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders = Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) distingue tra parafilie soft (anche BDSM-feticismo) che concernono pratiche consenzienti di sessualità alternative, e hard, più legate a un quadro patologico. Esistono varie parafilie sessuali, se non consensuali non fanno parte del fetish BDSM, ma a patologie malsane. Esiste il “frotteurismo” (eccitazione mediante strofinamento con persone non consenzienti) e NON può essere considerato sessualità fetish-BDSM proprio per la non con sensualità.

Esiste la “scatologia telefonica” (eccitazione attraverso telefonate oscene) se queste avvengono nei confronti di persone NON consenzienti, NON è fetish-BDSM. Esiste la “necrofilia” (atti sessuali con soggetti morti) non esiste con sensualità quindi NON è fetish-BDSM ma parafilia patologica. Esiste la “zoofilia” (sesso con animali) un animale NON è consenziente quindi NON è fetish-BDSM ma parafilia patologica. Esiste Il "crush fetish" è una parafilia che consiste principalmente nel desiderio di vedere altri individui (generalmente il proprio o un potenziale partner) calpestare un oggetto o un insetto. Nel caso d’insetti o piccoli animali è una patologia parafiliaca negativa e illegale e NON è fetish-BDSM. Esiste l’"infantilismo", che può essere fetish- BDSM, concerne il vestirsi o aver atteggiamenti infantili, all’interno di un rapporto consenziente tra adulti, che NON è desiderio di aver rapporti con bambini o ragazzini ma desiderio di raffigurare se stessi, o in alcuni atteggiamenti o abbigliamento ma sempre con coscienza di essere adulti che “giocano”.

Esiste ad esempio la “furniphilia” (far prendere a una persona il ruolo di un oggetto) non è né violenza né sopruso verso altri, se consensuale, ed è un fetish molto comune, come l’abbigliamento gotico o latex, l’eccitazione nel vedere persone con abiti bagnati, piedi curati (retifismo), scarpe particolari ecc., tutti mezzi per esaltare la sessualità, sempre legati alla persona, quando l’eccitazione invece deriva solo dall’oggetto è una parafilia comunque non dannosa per terze persone. Esiste il "furry fetish", che consiste (richiamando i manga giapponesi) a eccitarsi con persone che indossano o indossando “costumi” da animali, che NON è sesso con animali, al massimo sesso mascherati da animali.



BDSM ( nato bddssm poi contratto per semplicità, Bondage-Disciplina-Dominazione-​       Sottomissione-Sadismo-Masochismo)


Cenni storici 

Specificare individualmente quando ogni pratica iniziò, è un compito difficile e quasi impossibile a causa della diversità delle pratiche contenute sotto l'acronimo BDSM, perché ognuna ha origini così diverse che la classificazione della loro origine porterebbero a un lungo viaggio a ritroso nell'antichità. Socialmente si può citare l'anno 1918 come una pietra miliare della nascita di quello che oggi chiamiamo il BDSM. Fu quando sorse "London Life", la prima rivista di settore con una tendenza feticista di cui si ha notizia, e sulle sue pagine cominciarono a essere veicolati i primi annunci d’incontri e feste private. Nel 1946 fu stampata la rivista “Bizarre” il cui contenuto era dedicato a Bondage, Dominazione e Feticismo. La sua diffusione fu principalmente in locali e ambienti sadomasochisti. Un’esplosione avvenne dopo la seconda guerra mondiale, con il ritorno dei soldati cominciarono ad apparire i gruppi di motociclisti con chiare tendenze omosessuali, con la pelle come bandiera e l'S/M come pratica sociale. Questi gruppi iniziarono ad avere una forte influenza estetica su capi di abbigliamento, il cuoio diventò parte integrante del loro abbigliamento, e divenne un simbolo del movimento. A New York nel 1951 fu fondato il primo noto locale specificamente S/M, chiamato Shaw's. Questo aspetto sociale si evidenziò anche in Europa, dove le associazioni e i locali S/M cominciarono ad apparire, in un primo momento tra i gruppi di omosessuali. Gruppi come "Berlin" nel 1964 in Germania, "Sixty-Nine Club" nel 1966 in Inghilterra, "VSSM" nel 1970 in Olanda, "Boys Cuir France" in Francia nel 1973, "MSC" nel 1974 in Belgio. Nel novembre del 1969 nella città di Colonia in Germania, si tenne il primo festival pubblico che riunì oltre un centinaio di persone. Negli Stati Uniti nel 1971 la "Eulenspiegel Society, in Europa nel 1975, in particolare in Inghilterra, la" European Confederation of Motorcycle Club (ECMC), nel 1976 fu fondata da Cynthia Slater e Larry Olsen la "Society of Janus", nel 1978 Pat Califia e Gayle Rubin fondarono il "Samois", un gruppo formato da donne lesbiche basato sul romanzo Histoire d'O, che aprì le porte alle donne. In Europa cominciarono a svilupparsi i gruppi eterosessuali e furono anche accettati gli Switch (persone che si divertono in entrambe le situazioni), creando così nuovi spazi d’incontro, più ancora legati alle associazioni pansessuali. Nel 1986 si formò il gruppo di S/M austriaco "Libertine Wien", nel 1987 il "Flagellantenclub Forum 88", Le feste S/M "Les Fleurs du Mal", tenutesi presso il pub "Molotow" ad Amburgo nel 1990.

Queste feste si tennero mensilmente per circa nove anni, fu fondato nel 1987 il primo gruppo di comunità rigorosamente eterosessuali nel seno della comunità S/M, il tedesco S/M-Sündikat Amburgo, che ben presto sviluppò un'intensa attività sociale e divulgativa. Essi furono i realizzatori della prima grande festa S/M europea, nella galleria "Abriss" ad Amburgo. Fu realmente dagli anni '90 che s’intensificò lo sviluppo di case, club, associazioni e letteratura destinata al genere. Originalmente B/D (Bondage e Disciplina), D/s (Dominazione e sottomissione) integrarono il sadomasochismo (S/M, S & M e SM). Molte persone coinvolte in questa suddivisione non vollero essere associate a pratiche considerate più violente o viste come abusive. Molta discussione seguì tra i gruppi coinvolti e si convenne un acronimo più corretto: BDSM (Bondage e Disciplina, Dominazione / sottomissione e sado- masochismo). Nell’Aprile del 1991 la comuità alt.sex creò un gruppo di discussione Internet chiamato alt.sex, per far sì che l'acronimo BDSM fosse riconosciuto, ma si deve prima capire tutta questa terminologia. Era popolare all'epoca il newsgroup, che è un gruppo di discussione classificato che circolava in una rete chiamata USENET (Users’ Networks, o gli utenti della rete). Questa è stata la forza trainante che ha reso la comunicazione più ampia ed ha permesso una discussione sul BDSM.


Sadomasochismo 

Il primo a prendere in considerazione le due devianze come qualcosa che poteva dare vari tipi di piacere a seconda di chi le praticava, fu Havelock Ellis che, innanzitutto restrinse i due concetti sotto l'unica definizione di algolagnia, definendoli "godimento di sensazioni dolorose", recepite e inflitte come "atti d'amore". Un ulteriore passo avanti fu fatto dall'antropologo Paul Gebhard che localizzò le origini dei due fenomeni sia in tutte le relazioni di dominanza e sottomissione attuate nella società, sia nell'aggressività sia, comunque è presente in ognuno di noi. Fu lui a denominare in un unico termine le due parole, da qui sadomasochismo. Oggi come oggi sarebbe meglio cercare di spiegare il sadomasochismo, comprendente determinate caratteristiche: rapporti di dominio/sottomissione, dolore che porti godimento, fantasia, giochi di ruolo, umiliazioni e mortificazioni consapevoli, feticismo. Sadismo Termine coniato nei primi anni del '900, insieme a masochismo, dallo psicologo Richard von Krafft-Ebing, sotto la categoria di

"anomalie sessuali distinte ma correlate tra loro", infatti, nel suo trattato del 1885, "Psychopathia Sexualis", lo definiva così - "l'esperienza di sensazioni sessuali piacevoli, orgasmo compreso, prodotta da atti di crudeltà, punizioni corporali inflitte sulla propria persona o alla presenza di altri, sia animali o persone. Può consistere anche in un innato desiderio di umiliare, di fare male, ferire o persino distruggere gli altri, per lo scopo di ottenere il proprio godimento sessuale"-. Lo stesso psicologo però, decretò che in molte coppie era difficile distinguere la normale sessualità da queste pratiche, perché molti le praticavano giudicandole normali giochi di coppia. 

Il Marchese de Sade. Letteralmente il termine trae origine dalla letteratura e deriva da Donatien

Alphonse Francois de Sade, scrittore francese e rivoluzionario del 1700, passato alla storia tra ingiuria e mitizzazione grazie ai suoi romanzi al limite della pornografia, nei quali non mancano raffigurazioni di estrema crudeltà sessuale. C'è chi l'ha definito pornografo e sordido mostro e chi "padre dell'erotismo" (parole di Baudelaire). Nato a Parigi nel 1740, studi severissimi presso religiosi, sin da giovane la sua vita sarà attraversata dagli azzardi, dalle riflessioni intellettuali, da esperienze erotiche brutali condite da fughe rocambolesche e prigionia. La reclusione in carcere, in un'altalena di fuori e dentro rappresenterà i due terzi della sua vita, ma sarà il pretesto per la produzione di tutte le sue opere e della teorizzazione di una nuova filosofia che accettava come naturali tutte le devianze criminali e sessuali, considerandole parte intrinseca dell'attività umana.


Masochismo Questo termine deve la sua origine a Von Krafft-Ebing e si riferisce a quelle persone che​ "sono controllate dall’idea di essere completamente e incondizionatamente soggetti alla volontà di una persona del sesso opposto, una persona che li tratti da padrone, umiliandoli e abusando di loro. Un'idea colorata da sentimenti di lussuria; il masochista vive una fantasia nella quale crea situazioni di questo genere e spesso tenta di realizzarle". Storicamente anche questa parola ha un’origine letteraria, deriva, infatti, dalle opere di Leopold von Sacher Masoch. Nato a Lemborg nel 1836, scrittore apprezzato, giornalista e critico, nei suoi romanzi appaiono i primi cenni a omosessualità e travestitismo. Nelle sue due opere più famose, "Venere in pelliccia" e "Donna divorziata" i temi centrali sono la donna sempre crudele e l'iniziazione pedagogica masochista, tra flagellazioni varie fino al supplizio sulla croce e all'antropofagia, senza però mai parlare di rapporti sessuali nudi e crudi. Tenendo come buona la terminologia di Krafft-Ebing, Freud teorizzò però che i due fenomeni fossero molto più strettamente correlati :"Chi prova piacere causando dolore agli altri ha anche la capacità di provare il dolore entro relazioni sessuali come se si trattasse di piacere”. Un sadista è simultaneamente anche un masochista, anche se la parte attiva o passiva della perversione, può essere più o meno sviluppata dell'altra.


Letteratura Kinky 

Nella letteratura ci sono vari cenni, richiami a una sessualità non convenzionale, anche se ancora non si conosceva o riconosceva, e per lunghi periodi storici il sesso era un totale tabù. Flaubert... "l'ho succhiata con accanimento... “. Flemming, il padre di 007 da giovane scriveva lettere in questi toni a uno dei suoi primi amori, poi lasciata probabilmente per gelosia, e lei mori poco dopo con il marito e il figlio ad Aushwitz... "-vorrei stringerti e farti male, perché te lo sei guadagnato-... - Se ti dicessi che ti amo, ti arrabbieresti, e allora dovrei frustarti, e piangeresti, e non mi piace vederti piangere-... -Vorrei baciarti sulla bocca, sul seno, sulle regioni più basse, e poi stringerti fino a farti strillare- ... " «Attenta a te... Mi sento come un bambino di fronte a una maliziosa governante...per quante sozzerie tu possa dire... Piglialo in quel posto, leccami il sedere e ringraziami pure». James Joyce alla sua compagna di vita... «Sono il tuo bambino, come ti ho detto, e tu devi essere severa con me, piccola madre. Puniscimi quanto vuoi... Vorrei che tu mi picchiassi, frustassi perfino. E non per gioco, cara, ma sul serio e sulla carne nuda. Vorrei che tu fossi forte, amore, molto forte, con un seno enorme e due cosce grandi e tornite. Come vorrei che tu mi frustassi, Nora amore... queste e molte altre le lettere che le scrisse, spesso in toni quasi pornografici, anche nella sua maggiore opera, il protagonista dell’Ulisse era un ondinista, ossia il suo feticismo era rivolto all’urina. Così invece scriveva Oscar Wilde al suo amante "straboccanti come sono di labbra rosse come petali di rosa e baci e Apollo e Giacinto, quello che ormai fa l'effetto di un innocuo cinguettio queer" lettera poi usata dal padre del ragazzo per denunciare Wilde. Molti scrittori e personaggi, dalla Morante, a Moravia, a Luchino Visconti, anche Virginia Wolf, scrivevano e giocavano con i partner inviandosi missive erotiche, un po’ come nei giorni nostri si fa attraverso sms, chat e quant'altro, un modo per tener legato l'amante anche nei momenti di distacco. Kafka scriveva nei suoi diari: "... ma era un gesto inutile, peggio, confermava il mio timore che quei colpi, piuttosto che spengerlo, attizzassero il fuoco». «il coito quale punizione della felicità di stare insieme». Poi Sartre, Anais Nin, Miller, Lord Byron, Stendhal, Balzac, Rodin con le sculture, Francis Scott Fitzgerald associato al feticismo del piede e moltissimi altri. Esistono scrittori dichiaratamente "perversi", a Rousseau piaceva essere sculacciato, Cartesio, attratto dalle donne affette da strabismo; Andrè Pievre, sadico e masochista e le cui inclinazioni crudeli hanno intriso di poetica sensualità gran parte della sua migliore produzione; Bruno Schulz masochistico-feticista. E ovviamente Bukowski, lo “sporcaccione ubriaco” per eccellenza.



L’umiliazione 


All’interno del BDSM e soprattutto nei rapporti D/s (dominazione/sottomissione) si tende a dar valenza negativa all’umiliazione, che pur essendo importante, va valutata in un’ottica un po’ differente.

 Le emozioni di umiliazione, vergogna e imbarazzo sono considerate come appartenenti alla stessa “famiglia”, date le molte affinità fra loro. In particolare, l’imbarazzo o la vergogna vengono provati alla presenza di situazioni spiacevoli, ma non sono in genere provocati da altri, com’è invece spesso nel caso dell’umiliazione pubblica, quando cioè vi è la volontà di un’altra persona di umiliarne un’altra, degradandola e rendendola ridicola agli occhi degli altri. 

In ambito BDSM, L'umiliazione avviene quando si è "vittime" o si viene obbligati a fare qualcosa di umiliante, ma per una masochista, la classica "sculacciata" che nel comune pensare è una cosa umiliante, è desiderata e spesso porta a provare vero e proprio piacere sessuale, quindi non è per definizione umiliante. Quando un Dom decide di umiliare la propria sub per soddisfare il proprio piacere sadico, spesso non comprende questo parallelismo tra piacere che la slave ne prova e l'intento invece umiliativo che lo spinge, dovrebbe invece cercare qualcosa che dia umiliazione reale (che faccia realmente vergognare e metta in difficoltà la slave), la qual cosa può variare da persona e persona (per alcune può essere umiliante portare collare o simboli evidenti della sottomissione in pubblico piuttosto che venir obbligata a un abbigliamento ridicolo, pubblico o privato che sia ecc...). L’idea di umiliazione tipica del normale vivere, all’interno di un rapporto BDSM prende un significato differente, dal punto di vista di un/a sottomesso/masochista offese e mortificazioni fisiche causano non principalmente vergogna, imbarazzo o difficoltà bensì piacere ed eccitazione. Quando nella coppia d/s intervengono anche comportamenti/piaceri fetish, anche pratiche considerate umilianti come può essere il pissing, diviene pratica erotica di puro piacere per entrambi.



Il rapporto BDSM di coppia 

Il D/s (di coppia) è la parte più psicologica del BDSM di coppia (se un rapporto occasionale o ludico può non esserci). Con questo termine si delimita più l'aspetto emotivo, affettivo e cerebrale all'interno del BDSM. una relazione D/s è un incontro reciproco di desideri, di fantasie, di volontà. In genere la sub sa perfettamente cosa vuole, l'eccitazione viene dal controllo e dall'autorità che il Dom riesce ad ottenere, sul sub. Entrambi sono in ogni caso consapevoli e consenzienti nell'accordare questo potere alla parte attiva, tutto si basa sulla fiducia reciprocamente riconosciuta. Come in altre attività legate al BDSM, questa condizione può essere limitata a uno o più incontri o può essere uno stile di vita. La pratica dei giochi di dominazione sottomissione costituisce una pratica mentale molto coinvolgente e in genere il ruolo è fortemente dettato dalle proprie sensazioni intime. La simbologia adottata consiste nell'uso del collare che è donato dal Dom alla sub. Il rapporto BDSM comprende anche pratiche più sadomaso fisiche, in questi casi è basilare che il Dom sia cosciente delle responsabilità che si assume, e la sub deve saper comprendere e supportare il Dom nel controllare e nel caso avvertire di problemi che possono sopraggiungere. Il Feedback di chi si sottomette nelle pratiche sadomaso è importantissimo, perché per quanto un Dom sia attento e concentrato, solo chi “subisce” le pratiche, può dar reale riscontro della pratica e di eventuali problemi o difficoltà. Fondamentale nel rapporto di coppia BDSM è la fiducia, ogni relazione è unica. Spesso chi si sottomette, sceglie questo percorso perché ha bisogno e necessità di sentirsi guidato e sicuro nelle mani di colui cui si dona. In questo tipo di relazione entrambi i membri hanno il dovere di ascoltarsi e darsi attenzioni reciproche, ed entrambi devono essere disposti a “scoprirsi”. Ci vuole fiducia e confidenza verso se stessi e nell’altro. Nel rapporto BDSM la sfera sessuale appaga nel Dom per ciò che prende da chi si sottomette e le sub si appagano donando se stesse, questo può essere un modo per amplificare il piacere. Uno dei piaceri della sub viene dalla

deresponsabilizzazione, avere qualcuno che ti dice cosa fare con la certezza di essere sempre nel giusto facendolo, essere “costrette” a servire sessualmente può essere un modo per liberare la propria libido, ma il pieno soddisfacimento è accompagnato, spesso preceduto e seguito, da un “orgasmo emotivo” scatenato dal desiderio del partner e dalla consapevolezza di averlo soddisfatto. Il rapporto di coppia BDSM è diverso perché la base è una vera e propria dipendenza simbiotica. Non è un semplice legame affettivo o sentimentale, ma direi esistenziale, spesso patologico e a volte anche distruttivo. Le due persone che ne sono coinvolte hanno l’altra persona come un “tutto” di cui non possono fare a meno e da cui appunto dipendono. Purtroppo non siamo in tanti quelli che ritengono un legame del genere come profondo ed essenziale. L’impegno emotivo porta a un legame molto profondo, che com’è creato con pazienza, andrebbe anche chiuso con calma e attenzione proprio per la particolare intensità emotiva. Ci sono molte persone che cambiano Dom o sub al cambio di ogni stagione e non riescono a concepire un legame del genere che si può venire a creare. La perversione sta in questo, appunto, cioè nell’essere un tipo di legame diverso, speciale, e non la solita relazione. Il rapporto di coppia BDSM ha spesso l’aspetto sadomasochista in posizione predominante, questo non significa che non ci sia anche tenerezza nella coppia, ma che semplicemente sia la sessualità sia il modo di rapportarsi si basa sullo scambio di potere, quindi da coppia paritaria, ci si vive come coppia complementare. Nella sessualità non convenzionale c’è una serie si pratiche come lo spanking (sculacciata) giochi con la cera, fustigazione e altre pratiche, tutte bene o male derivanti da torture medievali, con le quali però hanno in comune solo l'aspetto esteriore, chi pratica sadomaso ha natura sadomaso, le torture non sono praticate per provocare dolore ma come scambio di piacere, per alcuni, intenso e ammaliante. Le pratiche sadomaso o le dinamiche di D/s sono sempre consensuali, seppur con "l'aspetto" di violazioni del decoro, della libertà, del giusto, sono vissute con spirito ludico per procurarsi piacere, e non come vere forme di violazione che tra l'altro sono illegali e contrarie alla base del BDSM ovvero dell'ssc (sano-sicuro-consensuale).

La Schiava: Essere schiava in questo tipo di rapporto, è uno stile di vita che non va assolutamente​       confuso con l’essere “debole”, anzi, spesso è proprio l’esatto contrario, per donarsi serve forza di volontà, convinzione, amore, resistenza al dolore, accettazione della volontà altrui sopra della nostra. E’ proprio questo contrasto che eccita e intriga, il perdere il controllo, il non decidere, ma lasciarlo fare a qualcun altro, lasciare che coinvolga mentalmente, che è la prima cosa, e poi fisicamente. Qui ovviamente entra in gioco il concetto del dolore, anche per chi non è masochista, come dono alla persona cui ci si è affidate. Il BDSM è principalmente una questione di feeling mentale e non è facile trovare qualcuno che si “incastri” perfettamente con te, qualcuno cui dare cosi tanta fiducia da donare tutta te stessa, metterti in gioco, da fargli anche dono del tuo dolore, qualcuno che non solo giochi concretamente con te ma qualcuno che si prenda cura di te. Il BDSM è un percorso da fare in due, donarsi come slave, è un percorso impegnativo, fatto di controllo (accettare che un’altra persona abbia il controllo della tua vita non è semplice), sottomissione (sottomettersi al desiderio, voglia o capriccio di un altro), accettazione di avere qualcun altro che decide per te e di te, significa rinunciare in parte, al libero arbitrio per soddisfare un’altra persona, cui dai il potere decisionale più o meno assoluto in base al livello del rapporto. Spesso dopo i primi tempi (come nei rapporti più classici dopo la fase di conoscenza e innamoramento) molte rinunciano a questo percorso, non trovando consono per se stesse rinunciare (anche se con intelligenza e a una persona responsabile) a quella libertà e raggiungimento di diritti per cui molte donne in passato si sono battute. La cessione di potere e di una parte di responsabilità fa sentire la slave più "libera" di essere se stessa, sapere che un’altra persona si prenderà cura di lei, la rende sicura perché sa che il suo “Padrone” farà il meglio per lei, per guidarla e aiutarla con coscienza e lealtà. Essere schiava non è la scelta di un ruolo, ma è il bisogno di appartenere ad un uomo al quale spontaneamente si sceglie di donare anima e corpo nel senso più pieno del termine. Essere slave è soprattutto scelta di un modo di vivere, con tutte le sue parti psicologiche e di vita, è scelta consapevole e consenziente di cedere il potere decisionale a un’altra persona, di cui si ha totale fiducia. Essere schiava però, non va confuso con il plagio o altri modi di influenzare o costringere le persone, essere schiava è libera scelta il cedere il potere e anche limitarlo quel potere, il BDSM in ogni sua forma deve essere consenziente in ogni momento. Donarsi come schiava è un modo di donare amore, è vivere una sessualità non convenzionale all’interno di schemi dinamici differenti, ma sempre con al primo posto la salute, la sicurezza anche mentale e psicologica”.


 Il Padrone:​ la persona nella coppia che accetta la responsabilità di guidare un'altra persona, che si sente in grado di gestire un'altra persona che gli si affida con fiducia, deve prima di tutto essere in grado di comprendere che il ruolo non è un titolo assoluto, ma gli viene attribuito dalla persona che gli si affida, tant’è che un Padrone o Dom senza una sub o schiava non è più tale. Un dominante deve rendersi conto, a livello di pratiche sm, di cosa sia veramente in grado di fare, di cosa vuole ed essere pronto a imparare anche da altri per ottenere ciò che desidera conoscere e praticare. Quando si parla di BDSM, spesso si parla di scambio di potere, parola tradotta dall’inglese “Power Exchange”, Power in inglese pero ha anche significato di energia, ecco, il Dom e la sub hanno uno scambio di energie; energia emotiva, sensuale e psichica, scambio di forza, di volontà, sempre all’interno di una sfera consensuale. Chi si pone come Dom all’interno della coppia ha oltre che il potere decisionale ludico anche la responsabilità della salute psicofisica di chi gli si sottomette.

Nel BDSM si finisce inevitabilmente per “scoprirsi”, non solo fisicamente: il tuo Dom o la tua sub finiscono per vedere, capire, conoscere di te cose di cui tu stesso non sospettavi l’esistenza, e che mai ti sogneresti di rivelare a nessun altro. Un coinvolgimento così profondo crea, inevitabilmente, un legame altrettanto profondo. Piccolo appunto: all’interno dei ruoli del BDSM non sempre combaciano le nature personali, un dominante nella coppia spesso è sadico ma può essere anche masochista e viceversa, o non essere nessuno dei due, il dominare la partner nel rapporto di coppia non sottintende sempre tutti i lati “attivi” del rapporto, può avvenire anche il contrario o un mix delle varie predilezioni e istinti, per questo è molto difficile poter codificare dei termini assoluti, anche per chi vive da qualche tempo relazioni BDSM. DD/lg 


Nel variegato panorama BDSM, c’è il DD/lg​ (Daddy Dom-little girl), significa semplicemente Dominante/padre e​ sottomessa/bimba-ragazza. 

E un rapporto BDSM differente ma sempre con la presenza di un dominante e una sottomessa, e non un rapporto paritario. La base di questo rapporto, a differenza del BDSM classico, è l’attenzione alla cura e al piacere della sottomessa e non del dominante. In questo rapporto è importante ricordare che comunque i soggetti sono maggiorenni, adulti e consenzienti, il rapportarlo ai bimbi è solo nell’atteggiamento e vivono il rapporto come più “familiare”, anche se spesso le baby sono abbastanza più giovani del dominante. Un Daddy Dom fa rispettare le regole che aiutano a mantenere la sua ragazza al sicuro e ad aiutarla a raggiungere gli obiettivi prefissati. Mentre un Dom ha un atteggiamento dominante e autoritario, spesso condito da rapporto anche S/m, nello specifico un Daddy ha il ruolo dominante tipico del rapporto più classico D/s ma più protettivo, coccoloso che dominante sadico. Non sempre nei rapporti DD/lg c'è sadomasochismo. Il Daddy cura, protegge guida, insegna, coccola e vezzeggia la baby o little girl, le punizioni sono istruttive come quando si ha a che fare con i bambini, il rapporto sessuale non sempre è compreso, anche se c’è spesso. Un papà Dom " domina " la sua little girl in molti modi non sessuali. Egli fornisce le regole per aiutarla a sviluppare le sue abilità di vita e gestire se stessa, fornendo un’istruzione ferma, anche la punizione difficilmente è sessuale, anzi, spesso preferibile che non lo sia. In questo tipo di rapporto, il Daddy è la guida della sub insegna, protegge e ha sempre in mente come prima cosa il benessere della girl, e non il proprio volere e desideri la little girl non prende piacere da pratiche masochiste, o dagli ordini e dalla servitù, ma dalla cura e le attenzioni che le sono date dal Daddy. Una baby è una qualsiasi sottomessa che preferisce un partner dominante più dolce, un papà Dom . Esse possono o non possono avere tendenze infantili, ma la maggior parte ha alcuni comportamenti nella loro personalità che possono sembrare infantili. Come tutti i sub, una baby si sente più felice e più al sicuro quando i confini sono posti da parte del partner dominante, ma richiedono più dolcezza della sub tipica. Una baby ha bisogno del suo partner dominante per sentirsi in un ambiente sicuro, certa di essere libera di giocare, piuttosto che sentire il bisogno di servire tutto il tempo. La sub nel suddetto rapporto ha atteggiamenti da baby pur se adulta, tra cui capricci, ricerca di attenzioni, affettuosità spesso esaltate, ricercano e adorano i regali, spesso feticci che ricordano il mondo infantile (pupazzi giocattoli, abbigliamenti infantili tipo pigiamini, pantofole sagomate ecc.). La baby spesso si rapporta con il Daddy con toni tipici dell’infanzia, ma sempre si deve ricordare che il tutto fa parte di un gioco di ruolo a tempo, o comunque di predilezioni in atteggiamenti e modus operandi tra adulti e nulla ha a che fare con fantasie di pedofilia, infatti, spesso le sub preferiscono il termine ragazza e non baby proprio per non confondere il tipo di rapporto con idee di abusi che, oltre che illegali, non sono accettati nel mondo BDSM.


SSC e regole ne BDSM  

Ssc (sane-safe-consensual) acronimo nato negli anni 80, coniato da David Stein, inizialmente per dare una visione non malata del s/m gay con sane (sano/sensato) s’intende a parte che si debba essere sani di mente (cosa valida e auspicabile in tutte le situazioni) ma soprattutto che il rapporto, le pratiche ecc. abbiano connotazione si assennatezza, che le pratiche siano eseguite in modo sensato, quindi che tutti i partecipanti sappiano cosa fanno e come, che conoscano la pratica e i rischi. Safe (sicuro) ovviamente con sicuro non intendeva e non s’intende totalmente privo di rischi, ma che i partecipanti alle pratiche siano consci dei rischi che potrebbero insorgere e sappiano come evitarli e nel caso come gestire momenti di difficoltà. Consensual (consensuale) beh, il BDSM deve essere consensuale da parte di tutti i partecipanti, altrimenti diverrebbe abuso e sopruso, non più erotismo ma violenza. 

Nel sadomaso e nel BDSM in seguito, oltre all’ssc si deve tener conto di altre quattro punti base importanti: il consenso, la maggior età, la piena capacità di intendere e volere e l’assenza di lesioni guaribili in più di venti giorni, quest’ultimo punto anche giuridicamente significa lesioni lievissime, tipo alcuni strisci causati da strumenti o arrossamenti ecc., poi c’è da tener conto della correlazione tra ciò che chi pratica, Dom, sa realmente fare e ciò che chi subisce, sub, sa realmente subire. Tra i due play partner o nella coppia ci deve essere sintonia, e non ultimo la sicurezza deve essere sempre al primo posto, ogni pratica ha regole e accorgimenti perché questa sia la più possibile sicura e non causi danni, chi sceglie una pratica deve essere a conoscenza di tutti gli accorgimenti necessari per praticarla. Il limite di età è spesso un punto di discussione anche nell’ambiente, ma per molti di noi fortunatamente, per praticare in modo “sano” e sensato si deve aver raggiunto la maggior età, vero che essendo una branca della sessualità, si viene definiti anche in Italia sessualmente liberi prima, ma in BDSM concerne pratiche di forte impatto si emotivo ma anche molto fisico, la parte di cervello che controlla la nostra capacità di prevedere rischi e conseguenze del proprio comportamento, risiede nella corteccia cerebrale prefrontale, e questa raggiunge il pieno sviluppo attorno ai venti anni.



Alcuni Simboli del BDSM 

Nel BDSM e nel fetish vi sono vari oggetti simbolo, nel fetish tendenzialmente i tacchi, abbigliamento di pelle ecc., nel BDSM, il collare come simbolo di appartenenza, in relazioni stabili di coppia paragonabile alla fede nuziale nei matrimoni, il collare poi ha varie sfumature, ci son collari adibiti a varie fasi del rapporto, ma di base è il simbolo più evidente e conosciuto, desiderato da chi si sottomette che sancisce il legame, la relazione, il collare di norma è di proprietà di chi domina che lo dona a chi si sottomette, alla fine della relazione dovrebbe tornare in possesso al dominante. La frusta che simboleggia il sadomasochismo, pur essendone una parte ma non il tutto. Un altro simbolo molto importante nel BDSM è il triskel-BDSM. Di questo simbolo si hanno pochi dati certi, la derivazione del simbolo alcuni la danno al disegno impresso nell’anello del dominante nel romanzo Histoire D’O, altri al triskel celtico, altri al triskele di un’antica dottrina orientale, ciò che è importante per questo simbolo nato nel 1995, è il significato che può essere ravvisato in tre modi, dominante- sottomesso-switch, safe-sane-consensual, BD-DS-SM. Sempre le tre parti di un insieme, sempre un simbolo ternario, che richiama un po’ la forma dello ying-yang orientale.