Commento alla lettera di Ayzad #Quellavoltache magari possiamo cambiare le cose del 1/11/2017, che vi esorto a leggere:
A 71 anni, ma ancora sessualmente molto attivo ed esprimendo questa mia sessualità solo attraverso il BDSM, non impersono certo il maschio medio italiano, sono piuttosto un gentiluomo d’altri tempi, di quelli che aprono la portiera dell’auto e che “le donne non si toccano nemmeno con un fiore” nella vita di tutti i giorni, a parte la ricerca del piacere condiviso e consensuale nel BDSM.
Non ho avuto un’educazione sessuale, né dai genitori, né dalla scuola, ma dopo i 17 anni mi sono documentato senza risparmio su tutto quello che potevo trovare in quegli anni oscurantisti, dalla "Psychopathia sexualis" di Richard von Krafft-Ebing, ai testi americani dei primi Leathermen, a quelli inglesi sul periodo Vittoriano, che mi hanno portato sin da giovane ad un’apertura mentale conscia delle proprie pulsioni dominanti e capace di controllarle.
Tra l’altro, in gioventù ho rischiato di passare per molestatore, perché, appena assunto, ho utilizzato per qualche mese un bagno che era riservato alle femmine (ma senza alcuna indicazione visibile, né essendone mai stato messo al corrente dalla Direzione)…
Penso che tutti abbiano sempre avuto l’impressione che in ogni luogo di potere si potessero verificare attività sessuali invisibili, ma pensavo che fossero più uno strumento di auto promozione che molestie subite, e comunque non avrei mai immaginato che fossero così frequenti e diffusi.
Leggere di questi abusi mi riempie di orrore e di iniziale incredulità, su come sia possibile che persone che dovrebbero essere ben educate, possano solo pensare di comportarsi con tanto disprezzo della persona umana, indipendentemente dal genere. Per me il genere non è mai stato un problema, ho da sempre anche amici gay e amiche lesbiche, la mia educazione me le ha fatte sempre concepire solo come persone, indipendentemente da sesso, genere, colore, etnia, abilità ed età.
Sono sicuro che l’unica soluzione stia in una seria educazione alla sessualità e che questa vada affidata innanzi tutto alla scuola, dove si svolgono i primi incontri e si sviluppa la socialità, e dove non debbono nemmeno nascere distorsioni come il bullismo od il nonnismo.
Sono felice che un esperto e serio seminatore di conoscenza trasversale come te si sia deciso ad uscire allo scoperto ed attendo la pubblicazione del tuo libro, che, stando alle anticipazioni sulle realtà italiane, sarà certamente importante.
Certo non immaginavo che una donna in Italia avesse un percorso tanto difficile da superare, e spero che i genitori si rendano conto della missione fondamentale di dare una buona istruzione sulla sessualità, che è parte centrale e non eludibile della vita di relazione.
Solo una cosa, tra quelle che elenchi, non ho mai capito: “L’italiana media guadagnerà infatti appena il 51% di un suo coetaneo maschio”. Io non ho avuto questa esperienza, nel contratto nazionale delle Assicurazioni non esisteva differenza, perchè l’inquadramento è in funzione del titolo di studio, ho sempre avuto colleghe alla mia pari e negli ultimi anni di lavoro la mia diretta responsabile era femmina ed ha anche avuto una maternità, mantenendo le sue funzioni. 
Spero sinceramente che siano gli Insegnanti (sempre sottopagati ma fulcro) della scuola italiana a spingere per arrivare ad una apertura in questo senso nell’unico organismo che può prendersene responsabilmente carico.

Trovate la lettera di Ayzad sulla violenza di genere e sui fatti di cronaca di denuncia di personalità dello spettacolo all'indirizzo:


​http://www.ayzad.com/it/notizie/cultura/quellavoltache-magari-possiamo-cambiare-le-cose/